Bride Of Zen

 

Introduzione

Il Bride of Zen è un preamplificatore in classe A progettato da Nelson Pass. Maggiori specifiche si trovano sul sito www.passdiy.com; per chi non conosce Nelson Pass, un tour sul sito commerciale www.passlabs.com può essere utile.
Nelson Pass è un disponibilissimo progettista che, oltre a produrre amplificatori da svariate migliaia di euro, si diverte a proporre schemi ed amplificatori dedicati agli autocostruttori e a studiare topologie circuitali svariate, generalmente volte alla semplicità ed al buon suono.

Ho conosciuto questo pre e questo progettista tramite un sito di un francese, Michel Burdin, che ha fatto anche una interessante realizzazione dell’ampli Zen ormai molti anni fa.

Nota: come aggiornamento, il sito non c’è più, un link alla realizzazione si trova ancora qui:

ZEN Class A Amplifier Circuit IRFP140 IRFP9240 – Electronics Projects Circuits (320volt.com)

In un passato lontano avevo realizzato l’amplificatore Zen, poca potenza ma veramente molto interessante. Purtroppo un corto accidentale l’ha reso non funzionante prima di poter completare il pre; andando comunque sul Passdiy si trovano molti progetti interessanti e le varie versioni della serie Zen.

Il circuito

Il Bride of Zen è uno dei progetti proposti; appartiene alla serie Zen per cui è votato alla massima semplicità. Si tratta di un preamplificatore incentrato intorno ad un unico Mosfet per canale come componente attivo, ovviamente lavora in classe A, scaldando come una piccola stufa.

Un principio analogo viene utilizzato nello schema Aleph L, amplificatore commerciale della PassLab di qualche anno fa, dove però la corrente viene gestita da un secondo mosfet invece che regolata da una resistenza come nello Zen. Qua una prova del Passlab Aleph P, sempre principio analogo ma con una costruzione bilanciata.

Pochi gli altri componenti, con condensatori in ingresso ed uscita (necessari visto che si tratta di single endeed), e resistenze per calcolare il punto di lavoro. La messa a punto è altrettanto semplice, poiché si tratta di regolare il potenziometro per avere la corrente totale a 20VCC sul drain del Mosfet. Quello che è più difficile, e secondo me molto importante, garantire la corrispondenza di guadagno tra i 2 canali; ciò può essere ottenuto curando bene la corrispondenza tra i componenti. Il fatto che comunque ci sia il potenziometro aiuta parecchio.

L’alimentazione, con 60 Vcc in ingresso, è piuttosto curata, stabilizzata e regolata tramite l’utilizzo di zener. Questa componente è fondamentale in quanto la circuitazione è molto sensibile ai rumori ed al ripple proveniente dall’alimentazione.
Devo dire che il risultato c’è tutto; io ho utilizzato un unico Zener, invece dei 6 in serie, ma il risultato è notevole. Il fatto di lavorare con tensioni discrete è un punto a favore sulla capacità di gestire segnali anche di livello non basso e amplificarla dovere; non dimentichiamo che questo pre è nato per l’utilizzo con l’amplificatore Zen, che di guadagno in tensione ne ha ben poco. Una upgrade possibile di questa sezione potrebbe essere fatta rendendola completamente dual mono, con un costo aggiuntivo molto limitato.

 

Poche le note ulteriori del progetto e della realizzazione, fatta seguendo le note scaricabili dal sito: il potenziometro del volume in uscita, anziché più comunemente all’ingresso, è un Alps serie Black (ultima upgrade in ordine di tempo) da 10k, caro potenziometro ma adatto, secondo me, al preamplificatore.
La sezione ingressi è tramite relè, niente di particolarmente esoterico, si tratta di un kit acquistato su Ebay di provenienza cinese. Il principale vantaggio è che tiene corti i collegamenti interni.

Qui invece la versione precedente senza la sezione ingressi a relè ma con un classico selettore:

 

Il cabinet utilizzato è della hifi2000, largo circa 35cm, mentre il pannello frontale è in metacrilato, verniciato nella parte interna di nero. Condensatori sono Digitex, Keindeil e Elna; i componenti sono pochi e si riesce a giocare a fare i raffinati senza svenarsi. Il circuito è realizzato utilizzando una piastra ramata doppia faccia e sfruttando il piano superiore come piano di massa. I toroidali sono di Nuova Elettronica, da 30V 60Va l’uno; leggermente surdimensionati rispetto a quanto previsto, devo dire però che rispetto ai precedenti classici a lamierini che avevano un wattaggio inferiore, il passo avanti è gradevole.

 

Utile per l’ottenimento di un basso rumore è l’uso di un filtro Emi, inglobato nella presa. I mosfet ed il transistor di stabilizzazione dell’alimentazione devono essere dotati di radiatori, poiché scaldano parecchio; così come le resistenze di carico dei Mosfet; avendo provato anche quelle ceramiche, devo dire che dei modelli anti-induttivi di qualità in questa posizione fanno la differenza: in questo modo si riesce facilmente a tarare i 2 canali, cosa che con le ceramiche era stata una operazione difficile e ben lontano dall’essere perfetta.

Ascolto e conclusioni


Il prezzo totale della realizzazione si aggira, molto a braccio, intorno ai 150 euro; a braccio perché su un progetto di questo tipo è possibile spendere molto meno o molto di più; il circuito in se potrebbe costare sui 50 euro, il resto sono componenti di contorno, importanti ma che comunque modificano il suono di una piccola percentuale.

il suono? notevole; a distanza di anni, dopo aver provato anche qualche altro pre, devo dire che affascina tantissimo. Offre una ricostruzione scenica impressionante; dettaglio, ritmo ed una musicalità affascinante sono le armi di questo preamplificatore. Ha un guadagno elevato, che può essere un’arma a doppio taglio, se si vuole abbinare ad ampli che richiedono più un buffer che un pre.
Una recente evoluzione lo ha portato ad abbinarsi ad un F5; il guadagno in questo caso è superiore al necessario, il risultato però è veramente gradevole: ottima ricostruzione scenica, dettaglio, bassi, dolcezza, insomma c’è un po’ di tutto per un ascolto piacevole.

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