Littlefostex

Fostex fe103

Introduzione

Questo è un progetto di parecchio tempo fa,  periodo in cui volevo fare qualche prova con altoparlanti full-range; avevo utilizzato qualche componente di derivazione car per realizzare casse economiche, e mi aveva colpito la coerenza dell’emissione e l’immagine che si era rivelata sempre piuttosto buona (in rapporto alla provenienza degli altoparlanti).

Ho cominciato a interessarmi della gamma Fostex: dai pareri trovati in rete sono altoparlanti dotati di un discreto rapporto qualità prezzo, con in più il vantaggio di poter trovare tanti progetti, da quelli consigliati da mamma Fostex a quelli più fantasiosi; ho acquistato quindi una coppia di Fe 107, un po’ perché preferivo un modello di piccolo diametro, un po’ perché era il modello che costava meno… dopo poco è uscito il modello successivo, l’Fe 107E, con parametri simili ma un cono differente che dovrebbe migliorare la resa in gamma alta. Rispetto ai forse più comuni Fe 103 (ed Fe103E ) la serie ‘7’ è quella dedicata ad un utilizzo audio-video; utilizza gli stessi coni (alla faccia di chi dice che la serie ‘3’ suona meglio in gamma alta), un magnete schermato e differenti parametri ottimizzati per un utilizzo in bass reflex.

Il fatto di scegliere un modello di diametro ridotto consente di privilegiare la dispersione rispetto alla capacità di riproduzione delle basse frequenze. I maggiori limiti dei modelli di dimensioni maggiori, secondo me, stanno più nell’eccessiva direttività dell’emissione, decisamente elevata, piuttosto che nella mancanza di alte frequenze. Questa seconda carenza può essere ovviata dall’utilizzo di un buon supertweeter; aumentare la dispersione richiede un tweeter, piuttosto che un supertweeter. Il risultato si avvicinerà maggiormente ad un classico 2 vie piuttosto che al cosiddetto “largabanda aiutato”.

Comunque io ho fatto la mia scelta, che non è detto essere la migliore ma che comunque è motivata dalla decisione di sfruttare la maggiore dispersione propria di un altoparlante di piccolo diametro, aiutando le carenze in bassa frequenza con l’ausilio di un buon subwoofer o di un valido woofer.

Il classico esempio della coperta troppo corta è particolarmente vero per i largabanda; il vantaggio di utilizzare un tale altoparlante è basato principalmente dalla coerenza di emissione in quella banda audio che è sempre stata molto importante, che è quella che riguarda in modo particolare le voci, sia maschili che femminili. Un classico 2 vie ha in genere un incrocio intorno ai 2500hz, una frequenza nella quale un cambiamento dell’emissione dal woofer al tweeter può diventare evidente. Un 3 vie è avvantaggiato dal fatto che le frequenze centrali vengono riprodotte da un unico altoparlante, qundi si riporta una coerenza di funzionamento più simile al largabanda con il vantaggio di una estensione maggiore alla basse ed altre frequenze. La controparte ovviamente può essere di ordine economico (si tratta di acquistare pur sempre 3 altoparlanti) e una certa difficoltà nel realizzare il filtro tra wooer e mid per evitare una impedenza risultante troppo bassa, rotazioni di fase elevate e quindi una pilotaggio difficile da parte dellìamplificatore.

Un largabanda può essere,  a mio avviso, visto come un midrange la cui gamma di funzionamento è piuttosto “allargata” in alto ed in basso, dotato di una membrana molto leggera adatta a seguire i segnali musicali con rapidità. Un aiuto alle frequenze adiacenti può non essere “disdicevole”, lasciando all’altoparlante la maggior parte della gamma da riprodurre ed intervenendo solo dove le carenze diventano macroscopiche. Resta, almeno nei full range di piccolo diametro, una leggerezza anche nelle frequenze intorno ai 100-150 hz, quindi al di fuori del funzionamento della gamma del subwoofer, una certa mancanza di linearità che per qualcuno è inaccettabile, per altri fa parte del suono affascinante di questi oggetti e rappresenta un prezzo pagato volentieri a fronte della coerenza, ed un suono un po’ sparato verso le medio-alte  frequenze.

La linearità non è un parametro che è tenuto con la stessa considerazione tra i vari produttori di altoparlanti, i famosi Diatone e Pioneer sono altoparlanti dalla bassa efficienza ed elevata linearità, i Lowther sono famosi per le risposte in frequenza “aguzze” in gamme media (tanto che l’utilizzo preferenziale è quello in diffusori a tromba, che equalizzano la risposta finale), i Fostex sono generalmente più lineari, ma non tutti: alcuni modelli più grandi sono progettati per essere utilizzati con un caricamento a tromba. I Supravox rappresentano delle vie di mezzo tra linearità ed efficienza.

Alla fine la scelta dei piccoli Fostex per me è stata relativamente obbligata, visto che in ogni modo era sostanzialmente il mio primo approccio a quest’affascinante mondo, garantivano una discreta linearità e dispersione,  e se si fossero rivelati poco interessanti (almeno per i miei gusti) avrebbero occupato poco posto in qualche cassetto…

In ogni caso, per farsi un’idea della popolarità di questi altoparlanti è sufficiente fare una ricerca con Google con i termini “Fostex Fe107”, oppure “Fe 103”, un altro modello dalle caratteristiche relativamente simili.

Ad oggi la gamma è leggermente cambiata ma comunque ci sono altoparlanti interessanti; sia in gamma Fostex che da altri produttori.

Il progetto

Sul sito Fostex ci sono due casse consigliate  per l’Fe107E: una in Dcaav, con tre altoparlanti da utilizzare come canale centrale (non a caso il magnete è schermato); l’altra è un classico bass-reflex, circa 6 litri accordati a 90 hz. Questa cassa è simile a quella consigliata anche per l’ Fe107.

Ma come, con un full-range ci vuole un Tqwt od una tromba! Il bass reflex è sempre molto denigrato, soprattutto quando si parla di altoparlanti di questo tipo. In realtà, se ben progettato, il bass reflex può essere sempre valido. Le critiche che sono fatte sono in genere legate al basso troppo “rimbombante” e lento che produce, e alla sporcizia sonora che esce dal tubo di accordo. Entrambi gli effetti sono dovuti ad una progettazione poco accurata, soprattutto quando punta alla riproduzione della frequenza più bassa possibile. Non voglio dire che il bass-reflex sia il miglior tipo di caricamento: ognuno ha pregi e difetti, che devono essere sempre considerati, e dipende anche dal tipo di altoparlante utilizzato: le trombe per bassa frequenza ad esempio hanno in genere una lunghezza non indifferente, che comporta una differenza della distanza che deve essere percorsa dal segnale; un altoparlante montato in Tqwt risente di una escursione non indifferente del cono, che per nel caso del Fostex è pari a 0.35 mm… Occhio quindi a cosa si sceglie, e occhio soprattutto a chi spara a 0 su un tipo di caricamento piuttosto che un altro, la verità non è sempre da una sola parte (anche perché altrimenti non si capisce perché esistono tanti tipi di caricamenti diversi, se ne esiste uno meglio degli altri..). In rete si trovano tanti siti con caricamenti in bass-reflex, alcuni veramente esigui, altri sovradimensionati: soprattutto nei siti giapponesi questi altoparlanti sono piuttosto popolari. Spesso sono utilizzato in campo audio-video, come consiglierebbe anche il magnete schermato: occhio a non abbinarli ad ampli di bassa qualità, però, il risultato ne risentirebbe pesantemente.

Qui sotto riporto il grafico della risposta in frequenza riportato sul sito Fostex:

Si nota una gamma alta  in evidenza, cosa che si conferma anche all’ascolto. La risposta a 30° è molto più lineare, cosa che suggerisce di disporre gli altoparlanti non angolati verso il punto di ascolto, ma praticamente paralleli. Devo dire che il suono risultante è più equilibrato, e la profondità della scena non ne risente molto.

In basso la curva va rapidamente a decrescere, cosa che preannuncia una gamma bassa non molto possente.. c’è da dire però che comunque il suono che esce non è esile, comunque o l’ambiente è piccolo oppure è consigliabile l’utilizzo di un buon sub per avere una resa valida su tutta la gamma audio.

 

Questi sono i parametri forniti dalla Fostex; si nota l’Xmax di 0,35mm (rimasto invariato anche sul nuovo modello), la potenza  nominale esigua, unita però ad una efficienza media superiore ai 90 db, cosa che consente una sonorizzazione senza problemi di ambienti di dimensioni non elevatissimi.

 

Inseriti i parametri in Audio for Windows, ho simulato un caricamento in bass reflex da 6 litri circa, accordato però per la linea tratteggiata a 90 hz, con la linea continua a 80. L’accordo a 90 hz rende più ricco il suono verso i 100-110 hz, in modo da far sembrare la cassa un  po’ più “grande”, mentre l’altro risulta essere più lineare e più asciutto, con un guadagno di qualche db verso gli 80hz; una possibilità è quella di utilizzare i tubi di accordo di lunghezza variabile per consentire di valutare i due risultati, visto che il volume resta uguale e cambia solo la lunghezza del tubo.

Come detto, Fostex consiglia una cassa di 6 litri circa, con un tubo di accordo di 5 cm per 9,3 di lunghezza. Considerato anche l’ingombro dell’altoparlante, del tubo e l’aumento virtuale del volume dovuto all’assorbente, il risultato è di circa 6,5 litri, con un accordo a circa 83 hz, quindi simile a quanto simulato.

Qui sotto qualche foto della realizzazione: come si vede ho optato per il posizionamento del tubo nel lato inferiore, per evitare che escano suoni sporchi dal tubo stesso. Per le dimensioni mi sono mantenuto sostanzialmente su quanto indicato dalla Fostex, solo un’altezza inferiore di qualche centimetro e una profondità maggiore per mantenere il volume inalterato.

La cassa è costruita in mdf da 16mm e rivestita in multistrato da 4mm; in questo modo si ottiene un insieme piuttosto “sordo”, grazie anche alla presenza all’interno di uno strato di antirombo per auto in fogli autoadesivi (si trovano nei negozi di accessori per carrozzerie). Tali fogli costano poco ma hanno una capacità notevole nello smorzare le vibrazioni. Tra le due pareti laterali ho inserito successivamente una traversa di congiungimento, riducendo ulteriormente le vibrazioni e ottenendo una cassa che, grazie alle dimensioni contenute, non colora il suono dell’altoparlante. Da prove effettuate ho notato che le traverse tra pareti opposte rappresentano uno dei modi più efficaci per smorzare la cassa.

All’interno ho utilizzato degli avanzi di poliuretano e assorbente acrilico, riempiendo più o meno il volume ma assolutamente senza pressare il tutto. La presenza di assorbente è fondamentale per evitare che le risonanze interne tornino indietro e vadano a colpire la membrana del cono, colorando il suono. È una situazione da evitare per tutti gli altoparlanti, a maggior ragione per i largabanda, dotati in genere di membrane molto leggere e quindi molto sensibili a situazioni simili.

L’estetica attuale è già variata leggermente rispetto alle foto che riportate visto che ho riscartato e riverniciato le casse togliere un  po’ di imperfezioni. Gli spigoli sono fatti da listelli 5×5 mm incollati e successivamente smussati e scartati accuratamente. Un lavoro che richiede una certa pazienza, ma che ripaga per la rifinitura che ne viene fuori, visto che nasconde il “lato brutto” del multistrato. Una grande mano la dà la fresatrice, che permette di creare in maniera abbastanza semplice gli scassi per accogliere i listelli; in assenza di questa è necessario lavorare il multistrato in maniera molto precisa in modo da creare gli scassi dagli spigoli; la foto seguente chiarisce un po’ l’idea che ho cercato di esprimere a parole:

La finitura è ottenuta semplicemente utilizzando dell’impregnante color mogano  finitura satinata acquistato da Brico star, con l’utilizzo di uno stucco per legno colorato per tappare alcune imperfezioni. Con il classico senno di poi avrei utilizzato prima un turapori per limitare l’utilizzo dell’impregnante, con il vantaggio che le zone stuccate ( o quelle con qualche goccia di colla) diventano meno visibili. L’importante è anche carteggiare molto bene con carta vetro fine,  senza eccedere con l’uso di quella grossa visto che la base è multistrato quindi già abbastanza liscio di suo e piuttosto fine come spessore.

Qui di seguito qualche immagine della realizzazione:

Davanti:

Dietro:

Sotto, con il reflex e i piedini di supporto Ikea:

 

In compagnia con l’amico dei bassi…. il sub Trentino di Tnt Audio

 

Giudizio finale

Il suono è piacevole, non è esile benché leggermente sbilanciato sugli alti. Chi è abituato a casse molto lineari e ed equilibrate penso che non piacerà come suonano queste Fostex. I difetti si trovano in una gamma bassa non estesa, una gamma alta non certo dettagliata come con un tweeter di razza ed una presenza eccessiva in gamma medioalta. La particolarità è che, pur con questi difetti, le Fostex ripropongono la musica in modo piacevole, naturale, realistica, che invoglia (almeno per me) ad ascoltarla. Buona la sensazione di dinamica, che midbass con coni più pesanti non danno. Ottima la resa olografica, a patto di rimanere nel punto di ascolto privilegiato: i fullrange sono piuttosto direttifi ad alta frequenza.

Adatte sicuramente a piccoli ambienti. Per i grandi, o per una spinta maggiore: Sub (o solo Woofer) e tweeter di accompagnamento…. vediamo che ne viene fuori